Il privato, la politica

Cecilia D’Elia, dal sito di Sinistra Democratica

Berlusconi ha dunque ammesso di non essere un santo. Lo ha detto strizzando l’occhio agli uomini italiani, cercando la loro solidarietà e l’ammirazione per un maschio capace ancora di godersi la vita, nonostante l’età.
Ancora una volta si rivolge da complice e amico al paese. Operazione che gli è spesso riuscita, dal conflitto di interessi alla disinvoltura di alcuni suoi affari. Ammiccamento continuo, che ha trasformato l’Italia. Il suo personale potere si è costruito anche sulla capacità di forgiare a sua immagine e somiglianza – o quanto meno di interpretare – la società italiana. Berlusconi ne ha segnato l’immaginario, ne ha mutato il costume.
Molti sostengono che stiamo parlando di vizi privati, che non è su questo che Berlusconi andrebbe “incastrato”, che ci sono bugie ben più importanti che il Presidente del consiglio ha detto. Come se fosse una piccineria per l’opposizione occuparsi di questo.
E’ vero, forse tanti italiani in questi giorni sono diventati guardoni e, come nella migliore tradizione servile, si divertono a spiare dal buco della serratura la vita sessuale del potente. La stampa si sofferma su particolari che vorremmo ci fossero risparmiati.
Ma lo scandalo di Noemi, delle feste a Villa Certosa, della notte con Patrizia D’Addario, non può proprio essere ridotto ad una illegittima intrusione nella privacy di un cittadino – anche se importante e “in vista” come il Presidente del consiglio – che ogni stato liberale moderno dovrebbe tutelare.
Ci sono molte buone ragioni per non sottovalutare il carattere pubblico e politico di questa vicenda.
Da tempo le donne hanno contribuito a far saltare quel confine tra pubblico e privato, mostrando la politicità di quello che avviene nelle nostre case, nelle famiglie, nel rapporto tra i sessi. Il privato è politico, è stato detto. Oggi assistiamo ad un rovesciamento, ad un esito estremo della personalizzazione del potere e della politica, della privatizzazione dello spazio pubblico, che è la cifra vera del berlusconismo.
Ha detto bene Veronica Lario, che lucidamente ha parlato di fine della politica, di divertimenti dell’imperatore, di ciarpame senza pudore. Nella  sfera pubblica tornano a prevalere i rapporti servili, fondati sullo scambio e sui favori, e, grazie ad un’assurda legge elettorale, il Parlamento è ridotto ad essere un’assemblea di nominati. Non stupisce, dunque, che la carriera politica  diventi, oggi più che mai, oggetto di contrattazione. Il Presidente del consiglio può permettersi di gestire tali carriere come farebbe in un’azienda privata.
Siamo di fronte ad un modo di essere non secondario del sistema di potere e di consenso di Berlusconi. Particolare non di poco conto, in questo sistema, come troppo spesso avviene da anni nelle televisioni del nostro paese, le donne tornano ad essere puro corpo da mostrare, vendere, comprare. Quello che è l’uso del corpo femminile nello schermo lo racconta benissimo il documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo. Ebbene in una società sempre più trasformata dalla televisione, schiava dell’immagine, ossessionata dalla rappresentazione, la politica diventa uno dei modi di raggiungere il successo e i favori sessuali  possono far parte dello scambio.
Sulla scena pubblica italiana oggi s’impone questa immagine femminile.  Eppure sono donne quelle che hanno parlato e mostrato la nudità dell’imperatore.
Tutto comincia con una critica fatta dalla Fondazione Fare Futuro al “velinismo in politica” cioè al modo in cui si andavano componendo le liste elettorali del Pdl per le europee. Seguono le  dichiarazione di Veronica Lario, quindi lo scandalo della partecipazione di Berlusconi alla festa di Noemi. Infine la Puglia e Patrizia D’Addario.
Come è arrivata a questo punto l’Italia? Quale libertà e disinvoltura mettono in campo le giovani e giovanissime, aspiranti letterine o veline, ma disposte anche ad accontentarsi di un seggio in Parlamento?
Ci sarebbe molto di cui discutere, anche per noi donne. Mentre troppi uomini non si sono ancora sottratti a quella richiesta di complicità del premier.    C’è l’urgenza di una grande e limpida battaglia politica, contro questo sistema di potere e di corruzione, contro la mercificazione del corpo femminile .

2 commenti

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2 risposte a “Il privato, la politica

  1. mattiad

    L’articolo mi è piaciuto, cara Cecilia (perché una vuole fare la velina parlamentare? Per lo stesso motivo per il quale fa il tronista: è la più seria forma di emancipazione dalla propria esistenza offerta su piazza); io penso che il maschio complice di Berlusconi è complice soprattutto in una certa fascia di età (quelli che soffrono di prostatite, soprattutto: tocca ricordare sempre che si tratta di un vecchio bavoso). Però, secondo me, la vicenda va trattata nel suo complesso: quel microfono non è un’idea della D’Addario, non è un’idea dell’Espresso. Questa storia va raccontata da tutti i punti di vista: che società garantisce il consenso a Berlusconi quando dice “non sono un santo”, ma anche che poteri reali gestiscono il paese: chi fa pressione su Berlusconi? Per avvertirlo di cosa? Quali sono i poteri che mettono in mano un microfono alla D’Addario? Non ci credo nemmeno morto che era un’idea sua entrare lì con un microfono.Il tipo di democrazia che emerge da questa vicenda è una democrazia plebiscitaria e populista da un lato, di mero scontro tra poteri forti dal sapore tardo-imperiale dall’altro.

  2. Francesca

    Dalla lettura del tuo testo, molto convincente, mi vengono in mente un po’ di riflessioni.

    La sinistra non si è mai occupata davvero di donne

    Non i “maschi della sinistra” almeno. Se la posizione della sinistra “critica” (!!?!?!?) in vista del congresso del PD fosse davvero quella della discriminante del corpo femminile per la creazione di una forza autenticamente di sinistra, democratica e riformatrice (la classe operaia del 21 secolo) forse potremmo costruire davvero un’alternativa dotata di senso.

    Credo che ci siano quattro condizioni favorevoli:

    primo: la sinistra non esiste più e deve trovare una nuova frontiera verso la quale orientarsi. E mi sembra che non la trovi

    secondo: Berlusconi ha fatto esplodere un tema ormai ineliminabile per la vita politica italiana: cioè che il declino delle istituzioni e della democrazia italiana ha al suo centro la nuova offensiva contro il corpo femminile

    terzo: la concezione del corpo nella politica contemporanea è sospinta come una barchetta in una tempesta, tra due estremi: il culto della vita (per cui si inscenano grottesche battaglie contro l’aborto, contro la modifica della legge 40, contro il testamento biologico) e il disinteresse per il corpo (l’Italia è il primo paese europeo per le morti sul lavoro ed è il paese dove il corpo femminile viene maggiormente oltraggiato, vilipeso, umiliato e talmente regalato al pubblico che ormai come una qualsiasi merce data via sotto costo, non vale davvero più nulla, nemmeno come oggetto di desiderio).

    quarto: le donne sono sempre più fuori dalla politica, e l’allontanamento della qualità dalla politica (le classi dirigenti della nuova era post repubblicana sono indecenti sul piano della qualità, a prescindere dal fatto che siano di destra) avvicina alla politica solo signore e signorine trascinate dentro per meriti extra politici, in un clima da casting televisivo (dal quale, onestamente, non è esente nemmeno il PD).
    Facciamo leva su queste condizioni. Altrimenti la sinistra non ha davvero uno straccio di futuro. Questa è la mia idea.

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