Nelle considerazioni e riflessioni sull’identità dei Centro-Sinistra (e degli altri schieramenti politico-elettorali) una visione sintetica della relazione tra i redditi nelle provincie italiane e le percentuali di voto ai tre principali schieramenti e le astensioni contribuisce a fornire ulteriori evidenze ed elementi di chiarezza sulla natura e le caratteristiche dei diversi corpi elettorali.
I grafici di seguito riportati sono stati costruiti mettendo in relazione le percentuali di voti raccolti (e le astensioni) e il reddito medio (calcolato sulla base delle dichiarazioni Irpef) in dieci gruppi di province ordinate in base ai diversi livelli di reddito.
Per rendere la lettura omogenea, i valori sono stati indicizzati considerando come base 100 la media nazionale (delle percentuali di voto da un lato e del reddito dall’altro).
Il risultato che emerge è abbastanza impressionante (anche se non più sorprendente) nell’evidenziare il paradosso storico della situazione attuale: solo il voto al Centro-Sinistra ha una relazione direttamente proporzionale al crescere dei livelli di reddito.
Per quanto riguarda gli altri grafici si evidenzia in maniera netta la forte tendenza all’astensione nelle fasce di popolazione a reddito più basso. A questo proposito valgono le considerazioni di Mario Pianta poco prima del voto di febbraio .
Altri spunti interessanti riguardano i confronti che riguardano Movimento 5 Stelle e Polo delle Libertà.
In entrambi i casi sia il Centro Destra che il Movimento 5 stelle raccolgono maggiori consensi nei territori in cui il reddito è inferiore alla media nazionale.
Tale tendenza sembra leggermente più accentuata per il Movimento 5 Stelle.
(Lorenzo Fanoli)
lettura suggestiva, ma non mi sembra che la correlazione sia statisticamente significativa; sicuramente per il centrosinistra pesa il voto in emilia e toscana… quali sono gli R quadro nei diversi grafici?
ECCO GLI INDICI DI CORRELAZIONE
0,426464481 ITALIA BENE COMUNE
-0,182876728 PDL
-0,816103362 ASTENUTI
-0,298466383 GRILLO
quindi solo il risultato degli astenuti è significativo
la correlazione idb-reddito e’ moderata, per essere confermata andrebbe fatta su tutti gli 8000 comuni. Conferma pero’altri tipi di rilevazioni e ricerche sulla composizione del voto
Scusate, ma a prescindere dalla significatività statistica, c’è un enorme problema di “fallacia ecologica”: le correlazioni a livello territoriale possono anche avere segni opposti rispetto ai corrispondenti fenomeni individuali.
In un famoso articolo del 1950, Robinson mostrava il curioso risultato che gli stati americani con più immigrati erano quelli con l’istruzione più alta. E allora? Voleva forse dire che gli immigrati erano più istruiti dei locali? Ovviamente no: a livello individuale (dati di censimento) si vedeva chiaramente che gli immigrati erano quasi tutti analfabeti; ma ovviamente sceglievano gli stati ricchi dell’Est, dove i livelli di istruzione complessivi erano più alti. La relazione a livello individuale quindi in questo caso è addirittura opposta rispetto a quella a livello aggregato: ecco la fallacia ecologica. Un problema (perdonatemi l’acidità) che purtroppo è sconosciuto alla maggior parte degli economisti, perché usano quasi solo dati aggregati.
Nel nostro caso, secondo me si tratta semplicemente del fatto che il CSX è notoriamente più forte nelle città, rispetto ai centri più piccoli (vedi ad esempio http://bit.ly/102jN4k), per motivi che non hanno niente a che vedere col reddito; e tuttavia ovviamente le città hanno un reddito più alto. E in ogni caso l’unico test probante si può fare con dati individuali, in cui però notoriamente il reddito è molto difficile da misurare. A livello di professione (ad esempio dai dati Itanes), in generale liberi professionisti e imprenditori (i redditi più alti) sono fortemente per il centrodestra (ma non i dirigenti d’azienda, più bilanciati), mentre tradizionalmente gli impiegati sono più a favore del centrosinistra. Insomma, un’analisi così su dati aggregati rischia davvero di essere molto fuorviante…