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Le donne come preda per il potere. Una storia su Gheddafi che parla anche all’Italia

immagine tratta da libya.tv

E’ il libro della giornalista francese Annick Cojean, The Prey, a riportare l’attenzione su uno dei tabù più pericolosi della società libica ma anche della nostra, moderna, occidentale società contemporanea. La Preda parla di donne (e in alcuni casi giovani uomini) scelte e prelevate per compiacere sessualmente l’ex signore della Libia Muhammar Gheddafi. Non una pratica capricciosa e casuale ma un sistema di reclutamento condotto con meticolosa perizia dal suo entourage. Che riguardava tutte le donne, dalle figlie di ministri e generali (che appena potevano mandavano le figlie maggiori all’estero) alle figlie del popolo, prelevate dalle visite ufficiali a scuole e villaggi. O ragazze straniere abbordate nelle discoteche di Parigi o di altre capitali. Donne che finivano a vivere all’interno della fortezza di Bab Al Azizia per qualche mese o per qualche anno. Anche alle donne straniere, in visita in Libia, poteva capitare di sentirsi bussare alla porta da un’infermiera per chiedere un prelievo di sangue. A quanto pare una misura di prevenzione contro l’Aids, nel caso Gheddafi decidesse di assecondare la propria natura. Annick Cojean arriva in Libia come inviata di Le Monde e cerca di documentare attraverso testimonianze dirette gli abusi di Gheddafi. Ma per la società libica lo stupro è un tabù e le sue vittime delle donne senza volto. Così come le donne velate integralmente che spesso decidevano di scomparire per non esporsi agli occhi dei possibili carnefici. Continua a leggere

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Democrazia che viene, democrazia che va (a proposito delle elezioni tunisine)

Una donna tunisina vota in un seggio allestito ad Hong Kong. Foto tratta dal blog Tutto in 30 secondi

Quasi completamente oscurata dall’uccisione di Gheddafi, l’altra notizia che ci viene dal nord Africa in questi giorni sono le elezioni tunisine, che apriranno la strada delle consultazioni democratiche nel mondo arabo: tra un mese comincia il lungo processo elettorale in Egitto che si concluderà a marzo e chissà se il 2012 non ci riservi qualche altra sorpresa positiva nella regione.

I tunisini, ma soprattutto le tunisine, votano liberamente per la prima volta dopo tantissimi anni. Hanno cominciato ad esprimere le loro preferenze quelli che risiedono all’estero, circa il 10% della popolazione. In Italia votano già da ieri e continueranno a farlo anche oggi e domani in 75 seggi sparsi per la penisola.  Vediamo perché queste elezioni sono così importanti.

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Libia, che fare

Oggi il parlamento italiano “discuterà” dell’intervento internazionale in Libia. Le virgolette sono d’obbligo, visto che di dibattito vero tra opzioni diverse ce ne sarà poco, così com’è d’obbligo non solo provare a capire cosa sta succedendo ma anche chiedersi cosa potrebbero fare la nostra politica e i nostri partiti. Sono emerse finora diverse posizioni: quella dei favorevoli all’intervento tout court, soprattutto alla luce dell’approvazione dell’Onu e dell’urgenza umanitaria; quella di chi ha dato un sì condizionato come il documentarista Andrea Segre qui sotto; quella di chi dice “né con Gheddafi né con i bombardamenti” come il leader di SEL Nichi Vendola; quella della Lega che si preoccupa prevalentemente della lotta agli immigrati e agli sfollati. Vediamo di capirci di più, anche in vista della manifestazione di sabato, originariamente prevista sui temi dell’acqua pubblica e del nucleare ma che ora si sta allargando al fronte pacifista. Continua a leggere

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Libia. Un intervento del regista Andrea Segre

Che atteggiamento avere rispetto alla guerra in Libia? Se lo chiedono in molte e molti. Andrea Segre è uno che va ascoltato (qui la sua biografia), soprattutto perché di Libia si è già occupato con il suo documentario “Come un uomo sulla terra” che si occupava di Libia, immigrazione e accordi con l’Italia e che dipingeva una realtà che in molti hanno fatto finta di non vedere. Ecco quello che ha scritto lunedì.

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Le ragioni dell’amicizia tra Silvio B. e Gheddafi

Sulla visita di Gheddafi si è scritto e detto molto, soprattutto sui suoi aspetti esteriori come la lezione alle centinaia di giovani hostess e la conversione all’Islam di alcune di loro. Vale la pena invece leggere alcuni articoli per capire perchè, sotto questa patina mediatica, si celano temi molto importanti: i rapporti tra nord e sud del mondo e l’idea che ne ha il nostro governo; l’immigrazione; l’idea delle donne portata avanti dal colonnello, forse non troppo lontana da quella di alcuni politici di centrodestra; gli affari e la penetrazione di Silvio Berlusconi nel cuore del potere finanziario ed economico italiano. Continua a leggere

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