Archivi del mese: luglio 2010

Italia, il peggior scenario possibile: e se finisse come in Israele?

E’ il 30 luglio e si vorrebbe finalmente parlare di temi leggeri, ma siccome per tradizione a luglio in Italia c’è movimento (il caldo fa esacerbare gli animi?), per una volta facciamo due cose che in questo blog si fanno molto raramente: fantapolitica da ombrellone e descrizioni apocalittiche del futuro.

La definizione di un worst case scenario – lo scenario peggiore – è un esercizio che ci hanno insegnato gli americani, popolo di futurologi. Quasi sempre si sbagliano (il mondo non si fa ridurre a una miscela di variabili) ma tentare ha sempre il suo fascino, e ci dedichiamo anche noi alla scienza dello scenario planning. E questa volta, dopo settimane di post dai buoni propositi (a partire dagli ultimi del dopo Fabbrica di Nichi), immaginiamo uno scenario possibile se le cose andassero tutte storte: un’Italia che oltre a essere post-berlusconiana potrebbe essere anche post-sinistra. Il nostro worst case scenario lo chiameremo “Scenario israeliano”. Giochiamo. Continua a leggere

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Chiudere il trentennio conservatore. Cosa dice, davvero, l’America all’Italia

Nichi Vendola, concludendo gli Stati Generali delle Fabbriche, ha affermato che uno degli obiettivi del suo progetto è quello di chiudere “la guerra dei trent’anni”, la versione italiana dell’egemonia conservatrice. L’America in questo senso può essere un esempio, a patto ovviamente di tenere a mente le enormi differenze – storiche e politiche – che esistono tra Chicago e Bari. Non si tratta di alimentare la rincorsa alla ricerca dell’Obama italiano (ci sono bastate le elezioni del 2008), ma bisogna piuttosto guardare agli Usa per osservare la realtà, complicata, di un progetto di governo che tenta di allontanarsi dal trentennio inglorioso, nel quale hanno vissuto sia gli europei che gli americani. Continua a leggere

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“Chi ti guarda i pupi mentre stai in macchina?”: ancora su nanourbanistica, trasporti e disuguaglianze sociali a Roma

In questi ultimi giorni, alcuni sociologi e urbanisti americani si stanno confrontando sullo “sprawl”. C’è chi dice – come Joel Kotkin – che l’idea che si possano (ri)portare le persone in città dalle vaste periferie disperse e fatte di villette è velleitaria, anche perché agli americani piace vivere nei sobborghi. Altri rispondono, in maniera anche convincente, che una lettura attenta dei dati può portare a un giudizio opposto. Chiaramente, anche solo provare a proporre in maggior dettaglio i termini del dibattito, non è possibile per ragioni di spazio.  Ne parliamo qui perché la questione ha un’immediata attualità anche per noi a Roma (e in Italia).

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5 cose che abbiamo visto delle Fabbriche

Lo scorso fine settimana, in un campeggio vicino Bari, ci sono stati gli Stati Generali delle Fabbriche di Nichi. Ieri c’è stato il discorso conclusivo di Nichi Vendola, con il quale ha annunciato la propria candidatura alle future (e non ancora previste) primarie per il candidato premier del centrosinistra. Ecco alcune delle nostre prime impressioni e riflessioni. Continua a leggere

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Il furto di cultura

Nelle scorse settimane le pagine romane del Corriere della Sera hanno avviato – meritoriamente – un dibattito sul ruolo della cultura a Roma. Più specificamente sul suo ruolo in un’epoca di crisi economica, tagli agli enti locali e richieste di sacrifici per i propri cittadini. Purtroppo, a oggi, manca un progetto strategico di rilancio e rafforzamento della Città a partire dalla cultura. E’ opinione comune che non usciremo da questa crisi economica come vi siamo entrati: per questo gli investimenti in cultura –qui e ora –servono per costruire un futuro per Roma e la sua area metropolitana. Non possiamo inventarci capitale mondiale della piastrella o della meccanica: dobbiamo partire da quello che siamo. Oggi più di ieri, abbiamo bisogno di rafforzare il bacino della produzione e offerta di cultura e le infrastrutture pubbliche che possono essere volano di questa produzione. Come a Barcellona, la città presa a modello dal Sindaco pochi giorni fa (ma l’anno scorso non era Madrid?). Continua a leggere

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Calabria: Da Mussi a Musi

Con uno scarno comunicato il segretario nazionale del PD ha annunciato il commissariamento del PD calabrese. Adriano Musi, senatore ed ex segretario confederale UIL, si insedierà da commissario regionale il prossimo 5 luglio.

Trent’anni prima un giovane dirigente di Botteghe Oscure fu inviato in Calabria, come accadde ad Occhetto in Sicilia e D’Alema in Puglia, a dirigere il PCI regionale: era Fabio Mussi.

Aldilà del facile gioco di parole e delle differenze enormi di contesto politico e storico, nonché della diversità profonda tra le due formazioni politiche, il PCI allora ed il PD oggi, è possibile rintracciare qualche elemento in comune tra queste due vicende? Io penso di sì. Continua a leggere

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Sotto il nuovo piano pullman, niente. Enclosure de noantri e circolazione turistica a Roma

Che a Roma la circolazione dei pullman turistici sia ingovernabile non è vero: è stato dimostrato ampiamente col piano del Giubileo (si veda, a questo proposito l’articolo del Corriere della Sera del giugno del 2009 riportato da Benedetto Marcucci il 2 luglio).

Il problema, messo così, potrebbe considerarsi risolto: si stava meglio prima. Mentre invece sorgono due domande. In primo luogo perché quel piano fu smantellato in tutte le sue componenti (e non solo: non si è andati avanti con i tram; sono stati inaugurati i pullman a due piani per soli turisti; dell’archeo-tram non si è sentito più parlare); in secondo luogo, perché non si è proposta più nessuna grande idea in proposito di trasporto turistico a Roma. Continua a leggere

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Retromanno tra Barcellona e Madrid

Il futuro di Roma corre tra Barcellona e Madrid. Pochi giorni fa Gianni Alemanno, in un’intervista al Foglio, ha detto che il modello per Roma è la città catalana: “per la sua trasformazione, per il suo sviluppo, per i suoi fermenti culturali, per la sua allegria, per la sua apertura”. Retromanno ha colpito ancora: a fine 2008 il sindaco, in occasione della consegna delle chiavi d’oro di Madrid da parte del suo collega Alberto Ruiz Gallardón, aveva dichiarato che lo sviluppo della capitale spagnola “è un esempio da seguire in ogni ambito della vita urbana, a cominciare dal turismo, dal recupero del centro storico e dalla gestione dei servizi pubblici”. Insomma: idee chiare. Cerchiamo allora di capire cosa significherebbe l’applicazione di questi modelli, e perchè, dopo due anni di amministrazione, Alemanno è in cerca di esempi da imitare. Continua a leggere

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