Archivi del mese: febbraio 2011

Le grida di Alemanno e la violenza contro le donne.

Ha fatto molto clamore il terzo stupro in dieci giorni a Roma. Il primo era avvenuto a villa Borghese, il secondo a via San Sebastianello, vicino Piazza di Spagna, e l’ultimo nell’edificio abbandonato dell’ex ambasciata somala in via dei Villini, vicino via Nomentana. Prima una ragazza americana, poi una studentessa, quindi una ventenne. Mi sento vicina a queste tre donne e spero che si stia facendo tutto il possibile per assisterle e aiutarle ad affrontare questa ferita. Penso che la loro terribile esperienza meriti che se ne parli con serietà.
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La debacle diplomatica europea

Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera dell'UE

La dimostrazione dell’inesistenza di una diplomazia europea: è questo il solo effetto concreto che hanno avuto sulla sponda nord del Mediterraneo le rivoluzioni arabe in Egitto, Tunisia, Barhein, Libia. L’UE si è accontentata di prendere atto della caduta di alcune dittature “amiche”, senza riuscire a prendere la minima iniziativa; cerchiamo di capire le cause di un atteggiamento che tradisce imbarazzo ed egoismo.

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Una marea

Tante e tanti, una marea ha invaso il centro di Roma e di altre città italiane, duecentotrenta, piccole e grandi, a nord e a sud, nelle isole, in pianura, al mare e in montagna. Mi porto dentro le note di People Have the Power ballata da un’intera Piazza del Popolo. Avevo desiderato nei giorni scorsi che l’orgoglio femminile si manifestasse sulla scena pubblica invasa dal bunga bunga berlusconiano.

E’ successo, oltre ogni più ragionevole e rosea previsione. C’è stata un’invasione di campo, come ha scritto Marisa Nicchi. La partita non può riprendere come se nulla fosse. Abbiamo già deciso di far diventare permanente il comitato promotore che è diventato comitato Se non ora quando? 13 febbraio. Rimane in piedi il blog.  Ora dovremo decidere insieme cosa ciò comporti. Continua a leggere

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Buongiorno Egitto

Sarà una serata particolare e probabilmente molto bella per gli egiziani. Un popolo che certo non ha avuto molti motivi di gioia collettiva nella sua storia recente. Ce lo dimentichiamo spesso quando ci lamentiamo dell’Italia, ma c’è chi sta decisamente peggio e i 30 anni di legislazione di emergenza egiziana, con le torture e la repressione che li hanno accompagnati, stanno lì a ricordarcelo. Non sappiamo cosa succederà nelle prossime settimane: fare previsioni sarebbe inutile e difficile. Possiamo invece fermarci un secondo a riflettere su ciò che è stato questo inizio di 2011 in Nord Africa. Avvenimenti che ci riguardano da vicino, anche perché parlano di come sta cambiando la politica a tutte le latitudini. Continua a leggere

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Per soli uomini

Gli uomini in piazza domenica prossima saranno molti, moltissimi. Ma c’è qualcosa che non convince nelle adesioni (maschili) alla mobilitazione promossa da DiNuovo. Perché se è vero che, come sottolinea il documento dell’associazione, “il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della libertà delle donne” è verissimo che “senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza”. Ma ad uscire a pezzi dalle notti di Arcore, di Palazzo Grazioli, di Villa Certosa è probabilmente più l’immagine maschile che quella femminile. Così resto un po’ sorpreso (sono riflessioni che impongono la prima persona) nel leggere pagine e pagine firmate da donne e poche, pochissime, riflessioni di uomini.  Al più ci si vergogna di essere italiani, ma in pochi ci vergogniamo di essere maschi italiani. Gli uomini utilizzano categorie neutre per riflettere sulla vicenda Ruby – la crisi della sinistra, l’impasse della cultura progressista, le responsabilità dei media – oppure scaricano responsabilità (e coscienza) sulle occasioni perdute della cultura al femminile (lo ha fatto qualche giorno fa Antonio Polito sul Corriere).

Questa rappresentazione è fuorviante. Continua a leggere

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Roma futura (in bici)

La sconcertante morte di Giuseppina Licenziato, la settantenne ciclista investita e trascinata per dieci metri da un tir in piazza Re di Roma, mentre rientrava a casa dopo una passeggiata mattutina a Villa Celimontana, ci ricorda – per l’ennesima volta – l’assoluta inadeguatezza delle strade della Capitale, e la loro pericolosità per gli utenti più deboli. Come trasformarle? Ecco una proposta per aumentare il tasso di mobilità ciclabile e allo stesso tempo offrire migliori standard di sicurezza, a costo zero. Continua a leggere

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