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Cosa c’è in ballo domenica, un esempio sui prestiti universitari

Immagine tratta da corriereuniv.it

Molto spesso si dice che la politica non cambia nulla, su questo blog abbiamo cercato di dimostrare che non è così. Negli ultimi 30 anni ha cambiato molte cose, quasi sempre in peggio. Nel futuro, se ci getteremo questo trentennio conservatore alle spalle, potrebbe mutare in meglio le vite di tante persone.

Una parte cruciale dell’esistenza è rappresentata dalla formazione, prima la scuola e poi per alcuni anche l’università. E’ su questo che si gioca una parte considerevole della mobilità sociale ed è da questo, anche se non lo si dice quasi mai, che dipende la promozione del merito: perché un Paese dove i figli degli architetti fanno gli architetti, i figli dei farmacisti gestiscono le farmacie e chi ha un papà avvocato ha più possibilità degli altri di fare l’avvocato non è detto che i professionisti siano sempre bravi e competenti (si guardino qui i dati di Alfredo Amodeo). Così è l’Italia di oggi, ed è sempre di più così anche grazie alle politiche attuate prima dal governo Berlusconi e poi da quello Monti: i tagli alla formazione (più di 10 miliardi solo dall’inizio della crisi) e il drastico taglio dei fondi per il diritto allo studio sono tra le cause della diminuzione degli iscritti ai corsi universitari. E’ lecito sperare che un nuovo governo di centrosinistra inverta questa tendenza investendo nel sistema di diritto allo studio e nell’uguaglianza nell’accesso all’università e alla ricerca. A questo proposito, una lettera ricevuta di recente e la lettura del programma di Matteo Renzi mi hanno chiarito quale sia la posta in gioco nel ballottaggio delle primarie di domenica. Continua a leggere

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La retorica del “merito” e l’Italia delle 3 “i”: incompetenza, illegalità e ingiustizia

La parola “merito” è diventata molto trendy nella politica italiana degli ultimi anni. E’ stata la parola d’ordine della riforma Gelmini dell’università, che veniva propagandata come un modo per promuovere il “merito” contro i “baroni”. E’ oggi una delle tre parole chiave della campagna di Matteo Renzi.

Non è diventata popolare per caso. E’ il segno della rivolta di una parte del Paese contro la staticità della classe dirigente, intesa in senso ampio: da chi fa politica a chi comanda in ufficio. Cosa c’entra tutto questo con le manifestazioni studentesche che si svolgeranno domani 12 ottobre? Continua a leggere

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Sui tetti

Della riforma dell’università voluta dalla ministra Gelmini abbiamo già scritto tutto quello che riteniamo essenziale in più di una occasione. Bisogna tornarci, però, per rimettere qualche puntino sulle i.

1. Molti giornali richiamano, nei titoli sulla protesta, la replica del Ministro agli studenti: “così difendete i baroni”. E’ in grado l’on. Gelmini di dismettere questo disco rotto e di provare a spiegare come e perchè la sua riforma sarebbe contro i baroni?

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